Era il 1975 … ero una ragazzina di 11 anni ed ho capito!
Non ho mai accettato caramelle, né da sconosciuti né da conosciuti, anche perché nessuno me ne ha mai offerte.
Sicuramente non le avrei accettate, avrei seguito le raccomandazioni di mia madre, ma non è così che ero certa che non avrei mai usato alcuna sostanza come canna, spinello, alcol od altro.
Prima o seconda media, non ricordo bene, professoressa Chetoni, scienze e matematica, insegnante meravigliosa, coinvolgente, chiara, che basava le sue lezioni sugli esempi (riflessione: quanto mancano gli esempi giusti in questa attuale società!); fino a che, in parallelo al programma ministeriale ha tirato fuori un altro argomento: LE DROGHE, LE DIPENDENZE.
Non mi ricordo un mio particolare iniziale entusiasmo, ma, nolente o dolente, ognuno di noi, ognuno dei suoi alunni della sezione A delle scuole medie di Ponte Buggianese in provincia di Pistoia, in Toscana ha dovuto
fare una ricerca personale su ogni tipo di droga, composizione, effetti ed ha dovuto impararla, esporla, spiegarla.

Finito qui? Col cavolo! Sono seguite discussioni sul perché ci si drogava, sul perché si provavano le droghe e si ricorreva allo sballo, un modo per non affrontare la società; oppure, dall’altro punto di vista, un modo per affrontare la società, da sballati, da alterati!
Finito qui? Per niente! Il confronto proseguiva sull’aspetto degli effetti, droga per droga, dalla leggera alla pesante, agli acidi, all’alcol, all’abbruttimento e allo sconvolgimento della persona.
Ci si soffermava sulla dipendenza, sull’astinenza, sulla difficoltà di uscirne, sulla cura!
L’ho fatta semplice ma non lo è stato, è stato uno studio approfondito ed impegnativo ma molto molto costruttivo.
Devo ringraziare la Professoressa Chetoni, la devono ringraziare tutti gli alunni della sezione A delle scuole medie di Ponte Buggianese, per non essersi mai sballati e per non aver mai provato alcun tipo di sostanza o per non aver mai abusato di alcol.
PERCHE’? Perché è solo CONOSCENDO o RICONOSCENDO IL PROBLEMA che lo si può affrontare, evitare, risolvere.
Sentito parlare di PREVENZIONE? La Professoressa Chetoni ha fatto prevenzione, una grande prevenzione!
Noi, i suoi alunni, siamo la prova vivente che la conoscenza è la giusta prevenzione ad un problema, non ci si può incuriosire di qualcosa che si conosce, che si sa che non va provata, che si sa che va evitata!
Nel corso della mia vita ho voluto aiutare chi invece, incuriosito o per altro, era caduto nel baratro della dipendenza, già poco più che maggiorenne, cercavo di trasmettere le mie certezze a ragazzi a rischio e poi col Gruppo Valdinievole, grazie a mio marito (fondatore della comunità) ho potuto dare il mio contributo.
Ho ritrovato la Professoressa Chetoni, oramai in pensione e per anni le ho inviato il nostro giornalino Phoenix, come piccolo segno di riconoscenza!
E voi?
Non vi è venuta voglia di impegnarvi personalmente per promuovere questo tipo di prevenzione nelle scuole?
Non alle scuole elementari (troppo presto), non alle superiori (troppo tardi), ma alle scuole medie si, alle scuole medie inferiori (dette anche di primo grado) “le dipendenze” dovrebbero essere inserite come argomento di studio, con ricerche personali, con studi personali, con impegno personale, ma non spiegate da un professorone con termini complicati, noiosi e poco comprensibili bensì spiegate ed affrontate dai ragazzi stessi, supportati da un confronto con chi realmente può aiutare a capire!
PREVENZIONE = RI/CONOSCERE IL PROBLEMA …. Credetemi!
Marghe
Last Updated on 3 | Luglio | 2024