Certo, domanda banale direte voi: vivere è… vivere. Fare le cose, pensare, amare, provare emozioni e sentimenti, comunicare, lavorare, magari mettere su famiglia, avere cura di sé, divertirsi, realizzare cose, avere amici, sviluppare progetti, avere hobby e forse potersi dedicare ad una qualche forma d’arte, educare i propri figli, essere buoni cittadini, invecchiare sereni, godersi la pensione… Questo è vivere, Anzi, potremmo dire che questo sia da considerarsi già “vivere bene”. “Stare bene”. Ma nella nostra società funzionale, si vive all’insegna del fare, del produrre, del guadagnare, insomma di altre necessità ritenute impellenti e prioritarie. Come del resto i rapporti di amicizia: alla fine restano sempre più un residuo, non di rado sulla base ancora una volta di criteri di necessità e opportunità. Certo, c’è la famiglia: quella di origine e quella attuale, con tutti gli annessi e connessi. Questo è vivere, potremmo evidentemente concludere. Questa è la vita.
Più o meno, nella media oggi, in un paese “civile” e “moderno”. Cos’altro manca? Ah, sì… quella cosa di cui a volte sentiamo parlare, che ha a che fare un po’ con la storia, un po’ con la cultura, un po’ con l’arte, un po’ con il costume e la società, con la morale, l’etica, l’essere buoni o meno, con il comportarsi bene con gli altri e con l’ambiente. Con l’essere “brave persone”. È la religione, direte voi. Sì, diciamo… la “spiritualità”, che non è, o non è solo, cultura, arte, salute. Certamente non ha a che fare con tutto quel mercato di espedienti per la realizzazione personale, la felicità e la carriera. È certamente altro. Ma non voglio è non mi sembra giusto in questo momento parlare di spiritualità dove invece dissociazioni religiose creano guerre, morti e tragedie infinite.
“Ora, una parola curiosa per esprimere tutto un mondo e tutta una vita”” (Ernest Hemingway)
La vita non aspetta, non attende né pianifica, la vita accade in questo esatto istante, nel qui e ora. È in questo momento che tutto accade, che germogliano le opportunità e i treni si fermano alle stazioni avvertendo di un arrivo che non si ripeterà più. Ricordate, dobbiamo vivere nel qui e ora senza rimandare a domani la felicità che meritiamo oggi.
Questo messaggio, che è di per sé stimolante oltre che veritiero, contiene una sfumatura a cui forse non avevamo pensato prima. La maggior parte di noi sa che le migliori opportunità accadono nel momento presente; tuttavia, non sempre le vediamo o, peggio ancora, non ci sentiamo preparati per coglierle, ci manca una certa audacia, un certo coraggio per superare la linea della paura.
Se ci chiediamo il motivo di questa indecisione o di questa “cecità” nel vedere le porte che si aprono ogni giorno davanti a noi, la risposta risiede nella nostra eredità culturale, nella nostra educazione e nella prospettiva vitale che ci hanno fatto supporre. In questo modo, quasi sin da bambini ci convincono che c’è un posto nel quale saremo felici, che verrà un giorno in cui, in base ai nostri sforzi, alla nostra fiducia e al nostro desiderio di eccellere, raggiungeremo questa meta, l’obiettivo desiderato.
Forse è vero per alcune persone; tuttavia, se c’è un elemento che caratterizza il nostro mondo attuale è l’incertezza. A volte chi si sforza di più non ottiene sempre quello che vuole e chi semina di più finisce col raccogliere meno. In sostanza, molti di noi trascorrono metà delle proprie vite in attesa di un “qualcosa” che non accade mai, dissolvendo in questa eterna attesa le proprie speranze e aspettative. Cerchiamo, quindi, di applicare una nuova strategia, smettiamola di concentrarci sul futuro per apprezzare un po’ di più il qui ora, investiamo in un presente di qualità attraverso uno sguardo ricettivo, una mente aperta e un cuore che prende ciò di cui ha bisogno.
Per molti vivere aggrappati all’immediatezza, a ciò che accade in questo preciso istante, presuppone poco più che un atto di irresponsabilità. “Che importa chi eri ieri, se hai ben chiaro chi sei oggi? “. Risiede proprio in questo il segreto, nel sapere chi siamo oggi, nel ricordare dove siamo, di cosa abbiamo bisogno e dove vogliamo andare.
Molte persone provano una sensazione particolare; quando provano un’emozione difficile da comprendere o accettare e perciò non esitano a interpretare gli eventi come “minacce. Dopo aver fatto questa categorizzazione, scelgono di guardare altrove, dicendo che “domani sarà un altro giorno”, “domani starò meglio” o “il tempo risolve tutto e tutto.
Si limitano ad accumulare conflitti, lacune e frustrazioni, come qualcuno che si carica sulle spalle ogni pietra trovata sulla strada. Evadono ogni responsabilità nei confronti della loro persona senza sapere che chi si prende cura delle proprie emozioni nel qui e ora investe intelligentemente nella propria felicità.
La nostra mente è come un bambino iperattivo che viaggia in auto. Ha bisogno di un giocattolo, qualcosa da fare, da guardare, a cui pensare, su cui divagare, di cui preoccuparsi e persino ossessionarsi. I nostri pensieri non si fermano mai e sono quasi sempre focalizzati sull’immediato futuro. Siamo come quel piccolo in un veicolo che chiede quanto manca per raggiungere la destinazione. Dimentichiamo che la vita non è una destinazione, la vita è un viaggio, è fatta di istanti, di frammenti radicati in un presente che troppo spesso ci sfugge. Un modo per migliorare il nostro approccio, per decelerare il motore di quell’auto e goderne un po’ di più, consiste nel praticare la piena attenzione. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo allenare la mente attraverso strategie appropriate.
Applicate nella vostra vita di tutti i giorni la seguente affermazione:
saper vivere è fare il meglio che è in nostro potere in un dato momento.
- Una mente calma è sinonimo di una vita più chiara. Per raggiungere questo stato di equilibrio interno.
- Non lasciate per domani la preoccupazione che provate oggi. Qualsiasi emozione complessa, ansia o problema devono essere risolti nel momento presente.
- Esercitate il vostro approccio, prestate attenzione a tutto quello che fate, a quello che vi circonda nel momento presente.
- Fate tutti i giorni una passeggiata in mezzo alla natura di almeno mezz’ora.
- Siate grati, apprezzate tutto quello che avete e che vi circonda.
- Imparate ad ascoltare meglio.
- Mangiate senza fretta, godetevi ogni boccone, ogni sapore.
- Condividete del tempo di qualità con i vostri cari.
- Praticate gli hobby che vi interessano e che risvegliano la vostra creatività.
Imparare a vivere nel qui e ora richiede prima di tutto volontà ed esercizio quotidiano. Nessuno cambia il proprio approccio da una settimana all’altra, ma con volontà e decisione apprezzeremo molto di più quello che esiste realmente, che possiamo toccare, sentire e godere: il presente.
Vivere nel qui e ora è l’unico modo per gestire al meglio la propria vita, senza farsi influenzare dagli eventi passati o dalle speranze per il futuro. Nella società moderna ci troviamo, spesso, nella condizione di non riuscire a goderci il momento, perché sempre affannati o impegnati a fare qualcosa. Tra lavoro, famiglia, amici e tempo libero, non riusciamo più a ritagliarci un momento per noi stessi. Assaporare la vita in tutto il suo significato, comprendere il nostro presente e sfruttare ogni attimo a nostra disposizione ci rende più forti e consapevoli di chi siamo e di cosa stiamo facendo della nostra esistenza. Chi non si è mai trovato/a in vacanza ma con la testa al lavoro o a qualcosa che si è lasciato incompiuto prima di partire? Questa è la situazione perfetta per spiegare quanto sia diventato difficile godersi il momento e apprezzare ogni cosa che abbiamo attorno.
Vivere condizionati dal passato o in attesa che accada qualcosa è il modo migliore per sprecare la vita. Assaporarne ogni attimo dovrebbe essere, invece, il nostro obiettivo di tutti i giorni. Come diceva il poeta latino Orazio “Carpe Diem”, cogli l’attimo e vivere nel qui e ora è la concretizzazione di questo straordinario pensiero.
Ci sono diverse ragioni per cui è importante vivere nel qui e ora e sono tutte legate al modo di vivere la tua vita. La prima è che concentrandoti sul presente, i problemi si trasformano in normali situazioni da affrontare, prive di qualsiasi elucubrazione mentale che li possa trasformare in scogli insuperabili.
Un altro fattore positivo è risultare più bravi ed efficienti sia nella vita personale sia in quella lavorativa. Quante volte ti sarà capitato di lavorare condizionato/a da brutti pensieri e da preoccupazioni? Il risultato è abbattere le tue performance e ottenere meno di quanto sperato.
Invece di sfruttarne ogni attimo per realizzare ciò che ti piace di più e ti dà maggiori soddisfazioni.
Il presente è l’unico momento in cui puoi essere davvero felice. Goderti l’attimo, assaporare a fondo ciò che ti piace è l’unica strada per “Vivere e non sopravvivere”!
Se ti piace passeggiare tra la Natura, è proprio questo il momento di essere felici, godendoti il cinguettio di un uccello o un tramonto e senza pensare ad altro. Liberare la mente e permetterle di assimilare gli stimoli del presente. Non farti trasportare mai dai pensieri “spazzatura”, ma resta sempre concentrato/a sul tempo e sullo spazio che stai vivendo. Se sei in vacanza al mare, goditi ciò che hai attorno, senza pensare ad altro. Concentrati sul rumore delle onde, assapora il contatto con la sabbia e l’odore della salsedine. Tuttavia, ci sono modi anche più semplici per raggiungere l’obiettivo e che chiunque può mettere in pratica ogni giorno. Innanzitutto, devi focalizzarti sulle esperienze del momento, a cominciare da quelle sensoriali. Ascolta, odora, tocca e assapora le sensazioni, usiamo i nostri sensi in maniera positiva solo così possiamo avvicinarci alla vera vita e ai nostri veri bisogni, riuscendo così a delineare un futuro e un’aspettativa di vita migliore.
Buon Natale a tutti.
Marco vom Bruck
Last Updated on 9 | Luglio | 2024