La vita è un viaggio incerto, un’esperienza fatta di alti e bassi, di gioie e sofferenze, di sfide e opportunità. È un labirinto intricato di esperienze personali e punti di vista unici, nel quale è naturale interrogarsi sul vero significato della felicità e sulle possibilità che abbiamo di influenzare il corso degli eventi.
È impossibile pensare di vivere un’esistenza scevra dai dolori, perché “noi umani, per natura, abbiamo nel nostro corpo anche gli ormoni dello stress che non ci permettono di stare sempre bene, essere di continuo di buon umore o di vedere il bicchiere mezzo pieno”, sottolinea Paolo Borzacchiello, uno dei più apprezzati consulenti e formatori in comunicazione strategica e intelligenza linguistica. Quindi, chimicamente parlando, non siamo “programmati” ad essere costantemente felici.
Essere felici senza saperlo…
Prendere coscienza di ciò, ci permette di capire che non essere sempre entusiasti, allegri, col sorriso sulle labbra significa essere umani e non sbagliati, ma soprattutto “che forse si è già felici senza saperlo”. È in questo modo che la parola felicità, che in inglese ha in sé il verbo e il significato di accadere, ci ricorda che possiamo far succedere tante cose che rendono la vita piacevole con picchi di gioia a cui dovremmo prestare maggiore attenzione.
Un approccio ottimista che si basa su un sano realismo: è giusto cercare di pensare sempre al meglio, ma al contempo è importante ipotizzare dei piani di riserva così da essere proiettati in avanti, senza dover affrontare quelle delusioni che un atteggiamento solo positivo porterebbe. Infatti, secondo l’esperto, non è vero che basta avere l’atteggiamento giusto, far “vibrare le frequenze nella maniera corretta” per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
… e preoccuparsi serenamente
D’altronde, esiste anche un’altra parola “di cui non ci libereremo mai perché siamo esseri umani e il nostro cervello vive di previsioni” ed è preoccupazione. Quotidianamente ci preoccupiamo di tante situazioni – come la famiglia, il lavoro, le relazioni – dimenticando, a volte, che possiamo preoccuparci anche di essere felici.
Pianificando le cose in anticipo affinché accadano quegli eventi che nell’insieme renderanno la vita il più piacevole possibile. E, se non accadranno, succederanno in futuro. Borzacchiello suggerisce di farlo soprattutto tenendo il cervello acceso con la conoscenza, così da acquisire “una serie di informazioni, di regole realistiche sostenibili e di principi che hanno una possibilità di esercitare i loro effetti”. La preoccupazione, quindi, può essere di qualità perché preoccuparsi diventa brutto solo quando pensiamo male, parliamo male a noi stessi, visualizziamo scenari che ci faranno stare male.
Nessuna parola è buona o è cattiva: ognuna ha una valenza molteplice che spetta a noi decidere quale sfumatura vivere.
Last Updated on 2 | Dicembre | 2024