Buongiorno a tutti, mi chiamo Marco Geronimi vengo dalla Valtellina, più precisamente da Chiavenna, una valle sperduta tra le sue bellissime montagne. Ho cinquanta anni tra meno di dieci giorni e posso dire di stare bene da otto anni, ma facciamo un passo indietro.
Nella mia valle appunto, ho vissuto un’infanzia un po’ complicata per via di mio padre, alcolizzato e violento. All’età di quattordici anni, ho scelto di ribellarmi a questo mondo, che era stato stronzo con me ed ho cominciato a sballarmi con quello che più mi aveva fatto male, L’alcol. Stessa strada di mio padre!
Poi man mano ho trovato altro, posso dire di tutto, ma c’era l’eroina in primis. Mi faceva stare bene e non pensavo e non sentivo più nulla, man mano era diventata la mia vita, ero diventato Tossico. Uscivo di casa e chiedevo cosa c’è oggi per sballare e prendevo qualsiasi cosa!!!
Dopo anni di sballo è arrivata la prima Comunità, perché si sa, fare quella vita, si crede di stare bene, ma invece si perde tutto quello che ci circonda, e soprattutto noi stessi. Il nostro valore e la nostra autostima. Nella prima comunità nel 2000, ho imparato un po’ cosa mi avesse portato a drogarmi. A conoscermi e ad accettarmi di più. Ho avuto psicologi con riunioni di gruppo e ho tirato fuori il dolore che avevo da anni dentro di me. Mi ricordo che in una riunione di gruppo, piansi per due ore di fila urlando!
Finita la Comunità stavo bene, ma il pensiero della droga era sempre vivo perché, se all’inizio è una medicina contro il dolore, poi diventa uno stile di vita. Un piacere, un qualcosa di talmente forte che entra di noi che è dura non ricercare.
Infatti, dopo qualche anno ci ricascai violentemente, fino al punto di essere arrestato. Mi svegliai dietro le sbarre, senza neanche ricordare perché fossi lì!! Due anni di galera pesanti, una delle più brutte esperienze della mia vita. Vedevo il tempo passare e mi sembrava di non vivere. Rischiai la depressione. Per scontare il resto della pena andai in un’altra comunità. Sempre terapeutica con psicologi e psichiatri. Ma nulla, appena fui libero, dentro ancora l’eroina. Ma stavolta mi fermai subito.
Mi documentai e trovai quella che diventò casa mia per anni … il Gruppo Valdinievole. Entrai il 23 Novembre 2009. Mi ricordo che dissi a me stesso, vado per qualche mese solo qualche mese! Sono stati sette anni. Mi ricordo che all’inizio dissi; ma che sono tutti matti qui? Cominciavi a lavorare la mattina e finivi la sera a volte la notte.
Però ero convinto che era l’ultima e l’unica strada che avevo. Basta terapie, ma vita vera, dove ci si fa il culo, giorno dopo giorno, e così sputando sangue finii il programma. Alla domanda cosa faccio ora. Mi risposi e dissi; Marco stai qui ancora. Perché qui essendo una famiglia non ti dicono hai finito devi andare per la tua strada, ma puoi anche restare e dare una mano con delle responsabilità maggiori, ma con l’opportunità di crescere ancora di più.
Nonostante questo, sono ricaduto anche dentro la struttura con le terapie (varie schifezze che ci danno fuori per sedarci, farci stare buoni e spenti soprattutto) io ne ho sempre abusato in primis a casa; mia madre usava delle gocce per dormire, poi con le terapie che autosomministravo poi ho continuato fino a diventare uno zombie. Una comunità normale ti butta fuori, non ci sono scuse che tengono. Al Gruppo Valdinievole venni messo da solo in riflessione a pensare cosa volessi veramente fare; andare fuori e riprendermi a drogare oppure cercare di riguadagnare la fiducia di tutti. Passai due mesi al freddo da solo, Gennaio e Febbraio sotto zero, ma non mollai, rientrai e pian piano tra alti e bassi ricominciai a vivere la mia vita.
Nel 2015 ho conosciuto Laura, la donna alla quale, anche se ora non siamo più una coppia, voglio un gran bene, perché abbiamo incominciato a vivere soli fuori dal Gruppo Valdinievole, ed è stato un pezzo di strada importantissimo della nostra vita, per questo la nostra unione è forte e guai a chi la tocca.
Tutto questo comunque grazie a noi, ma anche al Gruppo Valdinievole, che è rimasto il nostro riparo nei momenti di difficoltà, loro ci sono sempre stati.
Oggi vivo da solo, la droga mi fa sempre paura. Ma è bene averne, anche se però non ho più voglia di ricominciare da capo, sto bene così. Ho fatto una fatica immensa, ad arrivare a stare bene con quel poco che ho (La vita oggi è invivibile a livello economico), ho il mio cane, la mia casa e l’aiuto del Gruppo Valdinievole che mi può dare quando ho bisogno. Per me è una famiglia, e visto che la mia è mancata per vari motivi, io ho loro che, quando ho bisogno basta chiamare oppure passare direttamente.
Voglio dire a tutti i ragazzi che entrano ora di credere in quel posto, perché quel posto se lo vedi come una famiglia e non come una comunità ti può salvare “la vita”!!!
Last Updated on 9 | Luglio | 2024